Marine Le Pen, leader del gruppo di estrema destra francese Front National e probabile candidata alle elezioni del 2017, ha espresso in una nota rilasciata il mese scorso l’intenzione di rendere illegale l’utilizzo delle valute digitali, e quindi anche delle crittovalute, nello stato d’oltralpe.
Secondo la Le Pen le valute digitali e Bitcoin, che favorirebbero l’estinzione del contante, rientrerebbero in un piano orchestrato dalle lobby di Wall Street ed imposto agli stati europei durante l’ultimo World Economic Forum svoltosi a Davos. Di conseguenza la digitalizzazione delle valute porterebbe a un maggior controllo istituzionale sull’economia, e sarebbe quindi esclusa dal modello di patriottismo economico portato avanti dal Front National.
Non volendo entrare nel merito dei discutibili toni complottisti che denotano il messaggio della Le Pen, è comunque evidente come a livello istituzionale e politico, soprattutto in Europa, ci sia ancora una dilagante ignoranza e confusione per quanto riguarda le crittovalute: innanzitutto la natura decentralizzata di Bitcoin e simili pone questi ultimi agli antipodi di un modello di economia digitale centralizzata come quello temuto dal Front National e addirittura, avendo la Le Pen definito le “buone” valute come “beni pubblici nazionali dati al popolo sovrano”, emergono ulteriori perplessità riguardo alla diffidenza nei confronti delle crittovalute, essendo queste ultime distribuite e non legate ad una Banca Centrale, quindi godendo in conclusione di tutte le qualità auspicate dal Front National.